Al balcone del Conte

Durata (h:m):

2:00

Lunghezza a piedi:

4 km

Difficoltà:

medium

Eco di feste, cerimonie, inchini. Lo sfarzo che fu impregna ancora le mura e pareti dei palazzi signorili, disseminati nel centro storico. Status symbol della nobiltà prima, dei grandi commercianti e notabili poi, creazioni dei grandi architetti locali, oggi sono strutture pubbliche o abitazioni degli eredi, che conservano l' eleganza di un tempo

Palazzo Vivanet

I lavori di restauro, che lo interessano da alcuni mesi, non l’hanno ingabbiato abbastanza da celarne la bellezza. Il palazzo Vivanet, oggi sede della Casa dello Studente, fu costruito nel 1893-95 su committenza dei fratelli Antonio e Filippo Vivanet in una zona nevralgica, prospiciente la stazione ferroviaria.

La sequenza di portici a sesto acuto che rompe la distesa di cotto a vista, oltre a essere il primo esempio di architettura neogotica in città, avvenne nel rispetto delle nuove direttive in tema di edilizia, che per la via Roma previdero l'assetto porticato.

Palazzo Bacaredda (Municipio)

La sua facciata, bianchissima, è forse la prima cartolina che si spalanca all’attracco nel porto cagliaritano. Le sue torri poligonali, poste sulla sommità, il benvenuto in una città che per secoli ha incarnato il potere. Inaugurato al termine del XIX secolo in via Roma, il Palazzo Civico (o Palazzo Bacaredda, dal nome del sindaco che ne presiedette la costruzione) è ancora il cuore pulsante dell’attività istituzionale cittadina. Dal punto di vista architettonico, è una riuscita mescolanza tra lo stile gotico catalano e l’art nouveau, impressa sulla facciata. Custodisce alcune tra le opere più interessanti degli artisti sardi di spicco, che impreziosiscono la sala consiliare, la sala ex giunta, e il gabinetto del sindaco. Il fine settimana, diventa luogo di festa, per via della celebrazione dei matrimoni civili.

Come arrivare: BUS 8/5/1

Visite guidate a cura di: Istituto Comprensivo Su Planu

Palazzo Accardo

In pochi possono vantare la cripta di un santo, dentro casa. Gli abitanti di palazzo Accardo, sì. Realizzato tra il 1899 e il 1901 su progetto dell'ingegnere Dionigi Scano, l'edificio occupa l'angolo tra il largo Carlo Felice e la via Crispi a ridosso del fronte posteriore del Municipio e conserva la cripta di Sant’Agostino, come ricorda la lunetta sovrastante il portone d’ingresso. Un tocco di storia antica che arricchisce la bellezza del prospetto, caratterizzato da una serie di arcate sul piano terra, riprese in asse dalle finestre dei tre livelli soprastanti.

Di singolare interesse e particolare pregio, la convivenza armoniosa di materiali differenti come pietra, cemento e cotto.

La Palazzata

Colori e palme si perdono a vista d’occhio. Basterebbe questo, per lasciare il cuore in via Roma, e lo sguardo sulla sua Palazzata, la successione di palazzi affiancati e tutti porticati, edificati a partire dall'ultimo ventennio dell'Ottocento a rimpiazzare la serie di piccole case popolari a pian terreno. Demolite queste e traslocate le attività commerciali sulla strada, videro la luce le nuove eleganti costruzioni. Tutte curate nel minimo dettaglio, da osservare con il naso all’insù. Il “la” venne dato dall'industriale Galeazzo Magnini, con i due caseggiati all’angolo fra via Roma e via Baille. Seguirono l'ingegner Antonio Vivanet con il suo palazzo e quindi i fratelli Garzia con la costruzione tra via Roma e via Barcellona. Dov'era la porta Gesus, sorse prima la casa Thorel, poi il primo dei palazzi Zamberletti.

Società degli Operai del Mutuo Soccorso

Di recente, ha festeggiato i suoi primi 150 anni. Di lavoro, di piccole e grandi storie imprenditoriali, tasselli dell’operosità cagliaritana. Ecco perché la Società degli Operai di Mutuo Soccorso della Città di Cagliari, ha sempre avuto anche una sede, di primo piano.

La sua prima sede provvisoria, collocata nell'aula consiliare del vecchio Palazzo Civico, fu sostituita nel 1912 con la palazzina a due piani in stile Liberty, molto marcato nel portone d'ingresso e nelle inferriate che delimitano lo scalone che conduce al piano superiore, ancora occupato da filari di documenti che testimoniano la fervida attività dei suoi soci.

Come arrivare: BUS 1/M

Visite guidate a cura di: Scuola Secondaria di I grado Vittorio Alfieri + Conservatorio

Palazzo Lixi

Edificata dall’ingegner Lixi tra il 1932 e il 1933, in una zona oggetto all’epoca di una grande espansione economica, è contraddistinta dall’uso architettonico del colore, presente sia nella zoccolatura, sia nelle tinteggiature della facciata, che contribuisce a delimitare spazi e superfici. L’aspetto attuale e finale della facciata si deve allo scultore Francesco Ciusa, che la rifinì con un intonaco su base rosata simile allo stucco veneziano e con fregi a rilievo recanti caravelle e fontane di grande eleganza e finezza.

Palazzo Valdés

Prima che sui tetti di Villanova, dalle terrazze del bastione di Saint Remy è sul palazzo Valdés, che l’occhio si appunta. La residente, occupa infatti la prima porzione della pendenza compresa tra il viale Regina Elena, la piazza Marghinotti e la via Sulis. Il primo blocco, edificato tra il 1901 e il 1915 sul lato del Bastione di Saint Remy, alterna un basamento in granito e in pietra calcarea con una parte decorativa in terracotta.

L'ampliamento, risalente al 1926, si distingue per il fronte avvolgente fino al prospetto sulla piazza Marghinotti. L'esuberante decorazione è in graniglia di cemento colorato, che diventa più dimessa lungo la via Sulis, per l’impiego del cotto.

Palazzo Boyl

Le tre palle di cannone sono ancora conficcate lassù. A ricordare il passato tempestoso di Palazzo Boyl,ma anche l’orgoglio di un’intera città, la sua determinazione nella resistenza agli assedi. Altro muto testimone, quanto resta della Torre dell’Aquila (o del Leone), incorporata nell’edificio e rimaneggiata durante l’assalto spagnolo del 1717 dopo aver fronteggiato i bombardamenti inglesi del 1708, e prima dell'attacco francese del 1793. Dettagli che fanno del palazzo costruito nel 1840 da Carlo Pilo Boyl, marchese di Putifigari, uno degli edifici nobiliari più rappresentativi del Castello di Cagliari, oggi proprietà dei conti Tomassini Barbarossa.

Palazzo Regio

Affacciarsi o semplicemente accostarsi alle sue ampie finestre con vista panoramica, dà l’impressione di abbracciare e dominare Cagliari e la pianura circostante. Sarà anche per questo, che la Sala Consiliare del Palazzo Viceregio è stata il centro del potere durante i domìni aragonese, spagnolo e sabaudo. E scelta ancora oggi per convegni e appuntamenti culturali di grande spessore.

Per visitare l’ampio salone, arricchito dagli affreschi di Domenico Fruschi e dagli stucchi dell’Angeletti, si percorre un grande scalone, consunto dal ticchettio di chissà quante scarpette eleganti e dal fruscio di abiti nobiliari, realizzato nel 1730 dagli ingegneri piemontesi de Guibert e de Vincenti. L’ultimo atto come residenza reale si compì tra il 1799 al 1815, con la permanenza dei Savoia, esiliati da Torino.

Oggi è sede della Prefettura e della Provincia di Cagliari, che l’acquisì nel 1885 e diede avvio a importanti lavori di ristrutturazione

Orari di apertura: Dalle 10.00 alle 18.00.

Chiuso il lunedì

Visite guidate sabato e domenica dalle 9.00 alle 13.00

Visite guidate a cura di: Istituto Magistrale Eleonora d’Arborea, Istituto Tecnico Industriale e Liceo Scientifico delle Scienze applicate M. Giua Associazione Nazionale Polizia di Stato, Istituzione Nazionale per la Guardia d’Onore Tombe del Pantheon