Alla corte del re

Durata (h:m): 

1:30

Lunghezza a piedi: 

2 km

Difficoltà: 

  • medium

Durata: 1 ora e 30 minuti

Distanza: 2 km

Difficoltà: media

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Malcontento e ribellioni animarono anche il periodo Sabaudo, iniziato nel 1720 con la cessione ai Duchi di Savoia. La realizzazione della strada Carlo Felice, ancora oggi rappresenta il principale asse viario regionale, indicato (con un errore di direzione, scaturito dall’errato posizionamento della statua in piazza Yenne). Importante l’eredità sul piano architettonico: il radicale restyling si esprime negli edifici del potere, nell’edificazione di strutture militari oggi riconvertite alla vocazione museale e culturale.

Statua di Carlo Felice

La statua, forgiata nel 1830 da Andrea Galassi, raffigura Carlo Felice di Savoia nei panni di un condottiero romano intento a indicare con il braccio la strada che collega Cagliari a Porto Torres (attuale Strada Statale 131), da lui fatta costruire. Personaggio controverso della storia sabauda, la statua del sovrano, denominato Carlo Feroce per il suo carattere austero e iracondo, indica in realtà con il suo braccio il Quartiere di Castello.

Ormai parte integrante della vita cittadina, festeggia ogni vittoria della squadra del Cagliari (nel 1970 fu rivestita con la bandiera rossoblù per la vittoria dello Scudetto) ed è custode della movida di Piazza Yenne sullo sfondo del mare che irrompe alla vista dei visitatori dal fondo del largo omonimo.

 

Biblioteca Universitaria e Sala settecentesca

I ripiani piegati dal peso grandi volumi, le linee eleganti di sedie e scaffali. Mantiene l’altera eleganza della cultura e dell’epoca in cui venne realizzata, la Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria, ricavata nel 1764 al primo piano del Palazzo dell'Università e ancora oggi scelta per ospitare convegni e conferenze.

Se in un primo periodo, accoglieva testi appartenenti alla biblioteca privata del sovrano e documenti universitari, nel 1843 si arricchì notevolmente grazie all’acquisizione della  raccolta Baylle, che permise di passare dagli 8mila volumi iniziale ai 70mila alla fine dell’800.

Lo stupore pervade anche all’ingresso nella vicina cappella voltata a botte, riccamente affrescata, oggi adibita a sala di conservazione e consultazione di materiale raro; e nel Gabinetto delle Stampe intitolato ad Anna Marongiu Pernis, che ospita una serie di riproduzioni ottocentesche e di incisioni di artisti sardi del Novecento.

Telefono: 070661021

Sito web: www.sardegna.beniculturali.it

E-mail: buca@librari.beniculturali.it

Come arrivare: BUS 6/7

Visite guidate a cura di: Scuola Secondaria di I grado Ugo Foscolo

Palazzo dell'Università

Dietro il suo portale, tra le stanze poggiate su pavimenti di marmo, hanno sudato i primi studenti universitari cagliaritani. Inaugurato nel 1769, Palazzo Belgrano (conosciuto anche come Palazzo dell’Università o Rettorato) ospitò le prime facoltà, destinate a venir smistate in sedi separata e autonome in altre zone della città. Ma quello che fu edificato dall’ingegnere militare Saverio Belgrano di Famolasco, su disposizione del re Carlo Emanuele III di Savoia, sancisce ancora l’autorità dell’ateneo cagliaritano, fondato nel 1626.

Attualmente vi operano la Biblioteca universitaria, la direzione amministrativa e il rettore, la professoressa Maria Del Zompo.

Telefono: 0706751

Come arrivare: BUS 7

Visite guidate a cura di: Liceo Eleonora d’Arborea linguistico, umanistico, economico sociale; Associazione UniCa2.0.
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Ghetto degli Ebrei

Il nome non inganni. L’intrico di scale inghiottito tra pareti di roccia bianca non era, come il suo nome lascerebbe intuire, il ghetto della comunità ebraica in città. Ma quella che oggi ospita mostre, convegni, giù nel profondo della terra, venne battezzata così solo per la sua vicinanza al quartiere dove abitavano, compreso tra le vie Stretta e Santa Croce. La sua prima funzione, quando fu fondato nel 1738 come caserma militare di San Carlo, nell’area che sovrastava il Bastione di Santa Croce, fu progettato dagli ingegneri militari piemontesi Felice de Vincenti e Augusto della Vallée per ospitare il reparto dei “Dragoni di Sardegna”. Solo il principio di una continua trasformazione: la struttura ebbe sempre e solo funzioni militari fino al termine dell’800, quando fu ceduta a privati e trasformata in abitazioni civili. Fortemente rimaneggiato durante i bombardamenti del 1943, è stato ristrutturato e riaperto nel 2000 come centro culturale. Da non perdere un’occhiata anche fugace dalla terrazza, che spazia dai tetti di Stampace alla laguna di Santa Gilla, fino a perdersi sui monti di Capoterra.

Come arrivare: BUS 7/8

Visite guidate a cura di: I Circolo Didattico Sestu; Gruppo Umano di Solidarietà; CPIA 1 Karalis.

 

 

 

 

 

 

ilghetto@camuweb.it

 

 

Sito web:

 

www.camuweb.it

 

 

 

 

Orari di apertura:

 

Inverno: mart-dom, 09:00 - 20:00

 Chiuso il lunedì

 

 Estate: mart-dom, 10.00 - 21.00

 Chiuso il lunedì

Viale Buoncammino

Anche i Savoia, corte al seguito, avranno calcato quel lungo viale sopraelevato, protetto dal sole e pronta a regalare più e più scorci panoramici sul mare e la città vecchia. Erano stati loro, del resto, a volere la realizzazione della passeggiata panoramica di Buoncammino, capace di combinare il ristoro di una camminata pianeggiante con il respiro offerto dalla posizione, in cima a Castello. Ancora oggi, i raggi del sole che filtrano tra i pini sono un toccasana durante le passeggiate invernali. Le fontanelle d’acqua e le bibite elargite nei chioschetti, oasi nella calura estiva. La vicina terrazza del Belvedere, (raggiungibile dallo svincolo all’altezza del distributore di benzina), un’emozione da lasciare senza fiato. La memoria, invece, avverte solo un’eco appannata dei saluti e richiami fra le grate degli ospiti forzati del carcere Carlo Alberto, che domina la passeggiata e che oggi – dopo la dismissione e il trasferimento dei detenuti in altre strutture – viene aperto ai visitatori in occasione di rassegne culturali come le Giornate di Primavera del FAI e Monumenti Aperti.

Porta Cristina

Una porta per la regina. Perché ogni pellegrino che la superava, avesse un pensiero per lei, Maria Cristina di Borbone, moglie di re Carlo Felice di Savoia. Come attesta la dedica in latino scolpita (autografa di Domenico Franco), Porta Cristina  fu eretta nel  1825, sotto richiesta dello stesso sovrano, sul disegno del colonnello  Carlo Boyl che si ispirò alla  Porta Angelica di Roma. La porta è costituita da un arco non troppo alto e affiancato da un basso edificio; il suo compito era quello di abbreviare il cammino dei pellegrini verso la Porta Reale, anche questo dettaglio, confermato dall’epigrafe.

Dopo averla osservata (non troppo da vicino, dato il robusto transito di auto sotto le sue pietre), merita una sosta la vicina terrazzina panoramica su Stampace, prima tappa di viale Buoncammino.

 

Palazzo Regio

Affacciarsi o semplicemente accostarsi alle sue ampie finestre con vista panoramica, dà l’impressione di abbracciare e dominare Cagliari e la pianura circostante. Sarà anche per questo, che la Sala Consiliare del Palazzo Viceregio è stata il centro del potere durante i domìni aragonese, spagnolo e sabaudo. E scelta ancora oggi per convegni e appuntamenti culturali di grande spessore.

Per visitare l’ampio salone, arricchito dagli affreschi di Domenico Fruschi e dagli stucchi dell’Angeletti, si percorre un grande scalone, consunto dal ticchettio di chissà quante scarpette eleganti e dal fruscio di abiti nobiliari, realizzato nel 1730 dagli ingegneri piemontesi de Guibert e de Vincenti. L’ultimo atto come residenza reale si compì tra il 1799 al 1815, con la permanenza dei Savoia, esiliati da Torino.

Oggi è sede della Prefettura e della Provincia di Cagliari, che l’acquisì nel 1885 e diede avvio a importanti lavori di ristrutturazione

Orari di apertura: Dalle 10.00 alle 18.00.

Chiuso il lunedì

Visite guidate sabato e domenica dalle 9.00 alle 13.00

Visite guidate a cura di: Istituto Magistrale Eleonora d’Arborea, Istituto Tecnico Industriale e Liceo Scientifico delle Scienze applicate M. Giua Associazione Nazionale Polizia di Stato, Istituzione Nazionale per la Guardia d’Onore Tombe del Pantheon

Palazzo di Città

Per mesi, è stato adornato da fili di luce, in continuità con la mostra dedicata ala grande artista isolana Maria Lai. L’Antico Palazzo di Città, che ha ospitato la municipalità cagliaritana dal Medioevo fino ai primi anni del XX secolo, è più che mai al passo con i tempi. Ospita, a cadenza regolare, importanti estemporanee. In pianta stabile, invece, tre esposizioni. Al primo piano, il Fondo Ceramico, acquisito dal Comune di Cagliari nel 1999, in seguito alla scomparsa del collezionista Francesco Paolo Ingrao, raccoglie ceramiche sono tutte d'uso privato a carattere familiare o devozionale, realizzate in prevalenza nell’Italia meridionale.

Sempre al primo piano, una carrellata sulla gioielleria e tecniche orafe tradizionali, conduce all’ampia sala del secondo piano, dedicata alle opere in legno e terracotta del Fondo di Arte Sacra, anche queste parte della Collezione Ingrao.

Sito web: www.museicivicicagliari.it

Mail visite@galleriacomunalecagliari.it

Orario invernale: 10:00 - 18:00

 

Orario estivo (dal 15 giugno al 15 settembre): 10:00 - 21.00

Come arrivare: BUS 7

 N.B. la biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura del museo.

 Servizi offerti: il museo può garantire l’accesso agevolato per i portatori di handicap (ingresso Via Canelles e Via Duomo), ascensore, servizi igienici e aria condizionata

 

Prezzi:

 

Intero €. 4.00

 Ridotto €. 2,50 (studenti dai 6 ai 26 anni)

 Gratuito: bambini fino ai 6 anni, disabili e adulti oltre i 65 anni

 

 Cumulativo Intero: €. 8,00 (Museo d'arte simaese + Palazzo di Città + Galleria Comunale d'arte)

 Cumulativo ridotto: €.4,00 (studenti dai 6 ai 26 anni).

Visite guidate a cura di: Istituto d’Istruzione Superiore Bacaredda - Atzeni

Galleria Comunale d'arte

Edificato nel Settecento per ospitare la polveriera regia, l’edificio che oggi accoglie la Galleria comunale d’arte fu distrutto da un'esplosione e ricostruito nel 1828, su progetto dell'ingegnere militare Carlo Boyl di Putifigari. A quest’ultimo si deve anche la donazione delle tre statue in marmo di Carrara, che sormontano la facciata scandita da elementi di stile neoclassico.

Persa la sua funzione originale, venne acquisita dal Comune di Cagliari che vi allestì una caserma e un magazzino. Nel 1928 venne infine riadattata alle nuove esigenze espositive dall'architetto cagliaritano Ubaldo Badas, nell’ambito di un progetto più ampio che interessò anche il Terrapieno. Ha subìto un ulteriore restauro nel 2001.

Visite guidate a cura di: Istituto Commerciale Primo Levi; Circolo Is Mirrionis Scuola primaria Italo Stagno; Chatterbox Primary School e Chatterbox College; Associazione Erasmus Cagliari.